2012 – Riorganizzazione zone Artigianali

Lavoro n°90 della cronologia

Realizzazione a Forlì

A Forlì, le maggiori aziende si sono storicamente sviluppate a ridosso del nucleo storico della città, com’era consuetudine nello sviluppo urbanistico di fine ottocento inizio novecento. Successivamente, le attività sono state decentrate nella zona di Coriano prima, e Villa Selva poi. Queste due macro aree, poste a nord della via Emilia, rappresentano il principale nucleo produttivo della città.

Nel tempo, con la crescita dell’indotto e con il consolidarsi dell’attività produttiva artigianale, si sviluppano prima spontaneamente, poi guidate dalla programmazione urbanistica, le zone artigianali frazionali denominate “poli secondari”.

La formazione ed il consolidamento di tali poli, trovava fondamento e giustificazione nella filosofia urbanistica degli anni 70-80, che li individuava, vista la loro natura “artigianale”, come elementi di integrazione funzionale e sociale del territorio, oltre che fattore di riequilibrio sia della distribuzione della popolazione, che dei valori fondiari, con conseguente più organico e distribuito “valore urbano”. Anche la mobilità dell’epoca veniva distribuita più omogeneamente nel territorio.

Successivamente con l’aumentare della pressione dell’esigenza della mobilità, che si è tradotto in un formidabile aumento dei veicoli in circolazione, le politiche urbanistiche comunali hanno ritenuto più appropriato un atteggiamento atto a deprimere lo sviluppo dei “poli secondari”, incentivando fortemente la concentrazione sui poli industriali,

La sostenuta giustificazione di tale atteggiamento è stata quella di disincentivare il traffico connesso ai poli secondari. Giustificazione assai debole: questa politica ha da un lato esasperato la mobilità da e per le aree industriali, e dall’altro mortificato e dequalificato i “poli secondari” provocando situazioni di degrado ed ulteriore squilibrio nel territorio.

Recentemente, con la realizzazione della Tangenziale Est e dell’Arroccamento e la previsione sempre più concreta del collegamento ovest (Vecchiazzano-Cava-Villanova ), viene ovviamente a mancare anche tale “giustificazione”, e l’esigenza di fermare il degrado dei poli secondari, riqualificandoli e dando alle frazioni di appoggio gli adeguati servizi, sembra essere una politica di riequilibrio urbanistico non rinviabile.

 

Nasce quindi l’esigenza di contribuire in modo propositivo alla Rigenerazione di queste aree produttive, creando un ambiente in armonia con le esigenze di chi lavora e con l’uso responsabile delle risorse, dal territorio all’energia, e nell’attuazione di nuovi servizi.

Inoltre, per evitare l’evasione delle imprese produttive dal nostro territorio, uno dei fattori trainanti delle azioni di marketing territoriale finalizzate anche ad attrarre investimenti nel territorio, è la certezza di poter contare sulla disponibilità di aree produttive che abbiano caratteristiche ambientali, tecnologiche e funzionali tali da poter rappresentare un vero valore aggiunto per la crescita socio-economica di un territorio e della sua comunità.

Dal punto di vista economico è ampiamente risaputo che un’area produttiva moderna e di qualità produce minori costi sia per le aziende sia per la comunità.